Vitamina D al neonato: si o no?


 

Vitamina D


La somministrazione di vitamina D nei primi mesi di vita è ancora controversa. 
Ci sono, infatti, specialisti che sostengono sia consigliabile per tutti gli allattati al seno; altri che ritengono non ce ne sia bisogno, se non in casi selezionati, dove cioè esiste il reale rischio che le ossa del bebè non si sviluppino in modo corretto.









A cosa serve


La vitamina D è indispensabile per la crescita e la salute delle ossa, perché favorisce l’assorbimento intestinale del calcio, componente essenziale dello scheletro, e il suo utilizzo.








Carenza


Una carenza di vitamina D può essere la causa del rachitismo, la malattia caratterizzata da un difetto di calcificazione delle ossa. Il rachitismo interessa oggi solo una piccola percentuale di bambini italiani, mentre è ancora diffuso tra quelli di razza nera.















Pareri diversi


Alcuni pediatri ritengono che la vitamina D debba essere somministrata a partire dai primi giorni di vita fino all’anno, soprattutto se il piccolo è allattato al seno perché il latte materno non ne è molto ricco. 
Altri specialisti sono invece convinti che sia sufficiente esporre il bambino al sole per pochi minuti al giorno per rendere superflua l’integrazione.


Dove si trova


In parte la ‘D’ viene assunta con gli alimenti e in parte sintetizzata dall’organismo sotto l’azione dei raggi del sole che mentre irradiano la pelle trasformano il precursore della vitamina D presente in essa in sostanza attiva.












Quali alimenti

Gli alimenti ricchi di vitamina D sono il tuorlo d’uovo, la carne, il burro, l’olio di fegato di merluzzo, il tonno: l’integrazione in gocce viene talvolta consigliata perché nessuno degli alimenti citati può essere somministrato a partire dal mese di vita.


Fonte: Speciale 0-14 anni di Io e il mio Bambino




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